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Zone di produzione

ZONE DI PRODUZIONE

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ZONA DI PRODUZIONE DEI VINI DOC E DOCG DI MONTEFALCO

La zona geografica di produzione del Montefalco abbraccia l’intero territorio comunale che le dà il nome e parte di Bevagna, Giano dell’ Umbria, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi; tutti in provincia di Perugia, al centro dell’ Umbria. Si tratta di un areale produttivo molto piccolo, con terreni che digradano dolcemente lungo profili collinari presidiati da antichi borghi medievali.

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ZONA DI PRODUZIONE DEI VINI DOC SPOLETO

Le uve per la produzione dei vini che ricadono sotto il cappello della DOC Spoleto devono essere coltivate nell’areale delimitato dal disciplinare, dunque l’intero territorio del comune di Montefalco e parte di quelli di Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Foligno, Spoleto e Trevi. Tutti i comuni si trovano in provincia di Perugia, alternando tratti pianeggianti a dolci colline.

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Montefalco
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Montefalco

ZONA DI PRODUZIONE DEI VINI
DOC E DOCG DI MONTEFALCO

La zona geografica di produzione del Montefalco abbraccia l’intero territorio comunale che le dà il nome e parte di Bevagna, Giano dell’ Umbria, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi; tutti in provincia di Perugia, al centro dell’ Umbria. Si tratta di un areale produttivo molto piccolo, con terreni che digradano dolcemente lungo profili collinari presidiati da antichi borghi medievali.

ZONA DI PRODUZIONE DEI VINI
DOC SPOLETO

Le uve per la produzione dei vini che ricadono sotto il cappello della DOC Spoleto devono essere coltivate nell’areale delimitato dal disciplinare, dunque l’intero territorio del comune di Montefalco e parte di quelli di Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Foligno, Spoleto e Trevi. Tutti i comuni si trovano in provincia di Perugia, alternando tratti pianeggianti a dolci colline.

CARATTERISTICHE TERRITORIALI E CLIMATICHE DELL’AREALE DI MONTEFALCO

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Vigneti di Montefalco. Utilizzo concesso al Consorzio del Sagrantino
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I terreni dell’areale produttivo di Montefalco, con le ovvie variazioni sul tema, sono di chiara matrice argilloso – calcarea, a volte più profondi e a volte più leggeri, con presenza di scheletro in genere contenuta. La fascia altimetrica di coltivazione oscilla dai 220 ai 472 metri dei rilievi collinari più elevati, mentre la pendenza degli appezzamenti vitati e l’esposizione generale è variabile, tanto da creare un ampio ventaglio di microclimi e condizioni di coltivazione.

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L’ AREALE DI PRODUZIONE È CARATTERIZZATO, DAL PUNTO DI VISTA PEDOLOGICO, DA 4 SOTTOZONE:

  1. Conglomerati fluvio – lacustri: sabbie gialle con livelli di conglomerati talvolta cementati (Plio – Pleistocene). Se ne hanno notevoli affioramenti tutt’attorno a Montefalco e cioè a S. Clemente, Camiano, Turrita, Cerrete, Pietrauta, il Vallo, S. Quirico.

  2. Argille e sabbie lacustri (Plio – Pleistocene): si incontrano sotto Limigiano, a sud – ovest di Bevagna, a Bastardo, Cantinone e a sud di Turrita, fino a Torregrosso.

  3. Alluvioni: alluvioni attuali, recenti e del terrazzo più basso, prevalentemente sabbio – ciottolose (Olocene), che coincidono con le superfici di pianura con un’estensione (in senso trasversale) da poche centinaia di metri a qualche chilometro (come a Cantalupo, Bevagna, La Bruna), e depositi più antichi dei terrazzi sopraelevati da 5 a 50 metri circa, sull’alveo attuale (Pleistocene) come a sud – ovest di Montefalco (Madonna della Stella).

  4. Marne: vaste aree presentano affioramenti di rocce di età miocenica; si evidenziano arenarie giallastre e marne siltose grigiastre, solitamente in regolare alternanza, tipiche della formazione marnoso – arenacea (del Tortoniano – Langhiano), ed altri litotipi similari (Bisciaro). Vi sono anche arenarie riferibili alla formazione del Macigno (Langhiano – Oligocene), livelli e lenti, di variabile estensione e potenza, argille siltose grigiastre, marne (tipo Scisti policromi), calcari, calcareniti e calciruditi (tipo Nummulitico).

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Il clima mostra caratteri sostanzialmente mediterranei – sub continentali, con estati calde ma non afose ed inverni abbastanza freddi, discretamente piovosi. Le temperature medie estive si aggirano tra i 18 – 23°C e quelle invernali tra i 4-6°C; le precipitazioni annue medie sono comprese fra 750 e 1300 millimetri, con minimo estivo e massimo autunnale.

CARATTERISTICHE TERRITORIALI E CLIMATICHE DELL’AREALE DI MONTEFALCO

Vigneti di Montefalco. Utilizzo concesso al Consorzio del Sagrantino

I terreni dell’areale produttivo di Montefalco, con le ovvie variazioni sul tema, sono di chiara matrice argilloso – calcarea, a volte più profondi e a volte più leggeri, con presenza di scheletro in genere contenuta. La fascia altimetrica di coltivazione oscilla dai 220 ai 472 metri dei rilievi collinari più elevati, mentre la pendenza degli appezzamenti vitati e l’esposizione generale è variabile, tanto da creare un ampio ventaglio di microclimi e condizioni di coltivazione.

I terreni dell’areale produttivo di Montefalco, con le ovvie variazioni sul tema, sono di chiara matrice argilloso – calcarea, a volte più profondi e a volte più leggeri, con presenza di scheletro in genere contenuta. La fascia altimetrica di coltivazione oscilla dai 220 ai 472 metri dei rilievi collinari più elevati, mentre la pendenza degli appezzamenti vitati e l’esposizione generale è variabile, tanto da creare un ampio ventaglio di microclimi e condizioni di coltivazione.

L’ AREALE DI PRODUZIONE È CARATTERIZZATO, DAL PUNTO DI VISTA PEDOLOGICO, DA 4 SOTTOZONE:

  1. Conglomerati fluvio – lacustri: sabbie gialle con livelli di conglomerati talvolta cementati (Plio – Pleistocene). Se ne hanno notevoli affioramenti tutt’attorno a Montefalco e cioè a S. Clemente, Camiano, Turrita, Cerrete, Pietrauta, il Vallo, S. Quirico.

  2. Argille e sabbie lacustri (Plio – Pleistocene): si incontrano sotto Limigiano, a sud – ovest di Bevagna, a Bastardo, Cantinone e a sud di Turrita, fino a Torregrosso.

  3. Alluvioni: alluvioni attuali, recenti e del terrazzo più basso, prevalentemente sabbio – ciottolose (Olocene), che coincidono con le superfici di pianura con un’estensione (in senso trasversale) da poche centinaia di metri a qualche chilometro (come a Cantalupo, Bevagna, La Bruna), e depositi più antichi dei terrazzi sopraelevati da 5 a 50 metri circa, sull’alveo attuale (Pleistocene) come a sud – ovest di Montefalco (Madonna della Stella).

  4. Marne: vaste aree presentano affioramenti di rocce di età miocenica; si evidenziano arenarie giallastre e marne siltose grigiastre, solitamente in regolare alternanza, tipiche della formazione marnoso – arenacea (del Tortoniano – Langhiano), ed altri litotipi similari (Bisciaro). Vi sono anche arenarie riferibili alla formazione del Macigno (Langhiano – Oligocene), livelli e lenti, di variabile estensione e potenza, argille siltose grigiastre, marne (tipo Scisti policromi), calcari, calcareniti e calciruditi (tipo Nummulitico).

Il clima mostra caratteri sostanzialmente mediterranei – sub continentali, con estati calde ma non afose ed inverni abbastanza freddi, discretamente piovosi. Le temperature medie estive si aggirano tra i 18 – 23°C e quelle invernali tra i 4-6°C; le precipitazioni annue medie sono comprese fra 750 e 1300 millimetri, con minimo estivo e massimo autunnale.

I terreni dell’areale produttivo di Montefalco, con le ovvie variazioni sul tema, sono di chiara matrice argilloso – calcarea, a volte più profondi e a volte più leggeri, con presenza di scheletro in genere contenuta. La fascia altimetrica di coltivazione oscilla dai 220 ai 472 metri dei rilievi collinari più elevati, mentre la pendenza degli appezzamenti vitati e l’esposizione generale è variabile, tanto da creare un ampio ventaglio di microclimi e condizioni di coltivazione.

L’ AREALE DI PRODUZIONE È CARATTERIZZATO, DAL PUNTO DI VISTA PEDOLOGICO, DA 4 SOTTOZONE:

  1. Conglomerati fluvio – lacustri: sabbie gialle con livelli di conglomerati talvolta cementati (Plio – Pleistocene). Se ne hanno notevoli affioramenti tutt’attorno a Montefalco e cioè a S. Clemente, Camiano, Turrita, Cerrete, Pietrauta, il Vallo, S. Quirico.

  2. Argille e sabbie lacustri (Plio – Pleistocene): si incontrano sotto Limigiano, a sud – ovest di Bevagna, a Bastardo, Cantinone e a sud di Turrita, fino a Torregrosso.

  3. Alluvioni: alluvioni attuali, recenti e del terrazzo più basso, prevalentemente sabbio – ciottolose (Olocene), che coincidono con le superfici di pianura con un’estensione (in senso trasversale) da poche centinaia di metri a qualche chilometro (come a Cantalupo, Bevagna, La Bruna), e depositi più antichi dei terrazzi sopraelevati da 5 a 50 metri circa, sull’alveo attuale (Pleistocene) come a sud – ovest di Montefalco (Madonna della Stella).

  4. Marne: vaste aree presentano affioramenti di rocce di età miocenica; si evidenziano arenarie giallastre e marne siltose grigiastre, solitamente in regolare alternanza, tipiche della formazione marnoso – arenacea (del Tortoniano – Langhiano), ed altri litotipi similari (Bisciaro). Vi sono anche arenarie riferibili alla formazione del Macigno (Langhiano – Oligocene), livelli e lenti, di variabile estensione e potenza, argille siltose grigiastre, marne (tipo Scisti policromi), calcari, calcareniti e calciruditi (tipo Nummulitico).

Il clima mostra caratteri sostanzialmente mediterranei – sub continentali,
con estati calde ma non afose ed inverni abbastanza freddi, discretamente piovosi.

Le temperature medie estive si aggirano tra i 18 – 23°C e quelle invernali tra i 4-6°C;

le precipitazioni annue medie sono comprese fra 750 e 1300 millimetri,
con minimo estivo e massimo autunnale.
A MONTEFALCO AREA RISERVATA